30 mar 2012

Oprah Masterclass - Parte 2


Eccoci alla seconda parte della traduzione dell'intervista a Jon, dove racconta l'esordio con Runaway, i problemi che portarono la band quasi allo scioglimento all'inizio degli anni '90, e la sua idea di gestione dei rapporti all'interno del gruppo. Buona lettura!

Non accettare un “no” come risposta
Se non credi in te stesso più di ogni altra cosa, parti già svantaggiato. Devi avere fiducia, perché se arriverai ad avere davvero successo troverai persone che ti diranno di no ad ogni passo, durante il percorso! Perciò ci vuole determinazione, un'incredibile testardaggine e la convinzione di voler combattere contro chiunque e di ribaltare di continuo la situazione pur di raggiungere il tuo scopo. All'epoca non avevo una band, né un manager, nulla. Avevo un'idea e quella testarda ingenuità che mi dava una versione tutta mia di cosa fosse l'industria discografica. Pensai “sono frustrato, nessuno prende in mano questa cassetta che sto mandando in giro con tanto di lettera di presentazione formale... chi è l'uomo più solitario dell'industria musicale?! Il DJ! Ecco uno che non ha idea se qualcuno lo sta ascoltando, o di quale sia la sua influenza sugli altri... eppure ne ha parecchia! Come posso contattare il DJ?” C'era una stazione radio nuova di zecca, appena nata qui appena fuori New York: la 103.5 WAPP. Era talmente nuova che -fortunatamente per me- non avevano una receptionist. Andai lì, entrai dalla porta, il DJ era letteralmente “in onda”! Guardò attraverso il vetro, esitò, mi fece segno di aspettare un attimo, mise su un disco e si affacciò: “che c'è?!” E io: “ehm.. ho una cassetta..” gli dissi chi ero, cos'avevo fatto, perché ero frustrato, e lui mi disse di restare lì, che avremmo parlato finita la trasmissione. Lo fece, e mi disse: “Stiamo mettendo su un disco di artisti locali” e io pensai tra me e me: “non è abbastanza per me! Non voglio essere una parte di una compilation! Non voglio pubblicare un singolo e basta!” perciò accettai controvoglia. Ma accadde che quella canzone (Runaway) non fu trasmessa solo a New York, ma la radio era di proprietà di una catena, perciò fui messo in programmazione a Chicago, Detroit, Denver, Tampa... e partì l'effetto valanga! E i pezzi grossi seduti alle loro scrivanie di New York cominciarono a chiamare, così io misi insieme IL gruppo per quelle che dovevano essere 3 settimane... e dopo 28 anni, non riesco a liberarmene hahaha!

Chiedi aiuto quando ne hai bisogno
Ho firmato il nostro contratto discografico nel 1983; dal 1983 al 1990 pubblicammo 4 album con la band senza mai smettere di far concerti. Due di questi furono album stratosferici, Slippery When Wet -ancora oggi, oserei dire, almeno nella top 100 degli album che hanno venduto più copie in tutti i tempi- e poi New Jersey, altro disco di enorme successo. Perciò passai dall'essere un ragazzino in una rock band che suonava nei bar, a firmare un contratto -le cose non cambiavano molto- fino ad essere il Direttore Generale di una Società: hai milioni di dollari, hai gente che ti chiama e i tuoi genitori vengono a chiedere consiglio a te.. e tu fai la faccia stupita: “..cosa?! Ho 25 anni, che ne so di ste cose??” A quel punto, il mondo intorno a noi era cambiato, ma noi no: eravamo ancora spaventati, insicuri, spavaldi e presuntuosi come e più di prima! Così ci appoggiammo gli uni agli altri, ma allo stesso tempo ci stavamo sfaldando. Quella sarebbe dovuta essere la prima “fine” del gruppo, ma alla fin fine abbiamo chiesto aiuto. Non ad uno psichiatra, era più un “mediatore”, Lou Cox. Ed essendo forse il più sveglio... o il più stupido, dissi: “questo qui dovrebbe venire a sedersi con noi, e sistemare le cose.” Lo fece, gli altri della band erano fermamente contrari. Nessun'altra band che conoscevo aveva mai fatto niente del genere. Lou non veniva pagato a commissioni, non aveva secondi fini, non lavorava per l'etichetta, non era il manager, non scriveva canzoni! Venne lì e cominciò a dire: “Tu hai appena detto una cazzata... e pure tu! Provate a ripetere insieme, così posso dirvi contemporaneamente quanto cretini siete?!” Ci sedemmo insieme, cercando di risolvere le cose, e io chiesi ai ragazzi di avere fiducia nella mia visione del futuro: se noi -il potere del NOI- ci avessimo creduto, saremmo potuti diventare i Rolling Stones. Controvoglia, uno dopo l'altro misero le loro mani sopra la mia e quella divenne la copertina dell'album, Keep The Faith: non solo sopravvivemmo, ma trionfammo con quel disco, 10 milioni di copie! 
Dal momento che ebbero fiducia e vollero provarci, 20 anni dopo quel disco ci crediamo ancora.

Sappi quando è il momento di prendere un pugno, e quando di tirarlo
Un gruppo non è troppo diverso da una famiglia, ha le sue dinamiche, non è troppo diverso da un matrimonio, ed è molto simile ad una squadra di football: proprio come in questi esempi, qualcuno deve fare il quarterback, ma uno solo può farlo. Non puoi vincere la partita senza che qualcuno placchi gli avversari e qualcun altro prenda la palla; non puoi far durare un matrimonio se entrambi non collaborate al massimo; e una famiglia non può funzionare se non c'è qualcuno a cui ispirarsi e.. qualcuno a cui darle di santa ragione, ogni tanto hahaha! Tutte queste cose fanno parte della mia capacità di essere un leader: devi essere d'esempio, saper ascoltare, essere un buon amico, sapere quando è il momento di prendere un pugno e quando di tirarlo, saper condividere la luce dei riflettori e sapertela prendere, amare l'altro incondizionatamente ma anche incoraggiarlo più di quanto farebbe chiunque altro. Fin dal primo giorno, io e Richie abbiamo stabilito un accordo creativo: ci piace stare in compagnia dell'altro, rispettiamo le capacità dell'altro, e siamo cresciuti insieme, eravamo dei ragazzini! Tico era una generazione più vecchio, perciò ci faceva da fratello maggiore... però sai com'è, anche lui aveva i suoi demoni, e quando riuscì a sconfiggerli diventò il nostro mentore. Dave fu relegato al ruolo di pecora nera per molto tempo perché non poteva collaborare alle canzoni, non poteva partecipare a quel tipo di situazioni, perciò a un certo punto prese la sua strada e dimostrò a tutti quanto talento avesse scrivendo il “Miglior Musical 2011” di Broadway, Memphis. Adesso scrive rappresentazioni teatrali, e nessuno è più orgoglioso dei suoi successi di me e di noi. 
La chiamo la “teoria Henry Ford del management”: c'era il suo nome sulla macchina, ma quella macchina non è uscita dalla fabbrica solo grazie alla sua idea, se lui aveva avuto l'idea, c'era voluto qualcun altro per aiutarlo a realizzarla.

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